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Album

Animali notturni

Fast Animals and Slow Kids

About “Animali notturni”

“Animali notturni” Q&A

  • Cosa ha dichiarato il gruppo a proposito della realizzazione dell'album?

    Matteo [Cantaluppi, ndr] è il quinto che abbiamo provato come produttore. È la prima volta che abbiamo un produttore, uno che non sia dei nostri. Prima sono sempre stati Jacopo e Andrea Marmorini, rispettivamente bassista e fonico dei Fask. Era tutto interno alla band, non c'era tanto da cercare in giro. Ed è il primo disco che non registriamo nella nostra casa vacanze, sul lago di Montepulciano. Volevamo confrontarci con un professionista diverso stavolta, che le macchine le puoi anche comprare ma poi devi sapere come usarle. Siamo arrivati a lui dopo un processo bello grosso, è due anni che siamo fermi, e lo abbiamo scelto perché ha capito l'anima della band, ha una conoscenza musicale importante che è una cosa fondamentale. Volevamo trovarci con qualcuno che capisse dove siamo e qual è il percorso. E questa idea, che è molto molto chiara nel nostro caso, è che più fai dischi più tutto assume una sua logica. Da sempre ci piace aggiungere roba, sempre di più, ad ogni album. Quando tutti ci dicevano “togli” lui ci ha detto “lasciamo, e facciamolo in grande.”
    Con Animali Notturni siamo riusciti a ricreare degli spazi dentro un pattern sonoro come mai prima, e questo grazie a Matteo. Non parliamo di gusto, può piacerti o meno, ma la lavorazione sonora è oggettiva. C’hai le chitarre intorno, la voce in faccia, e questo perché c’è stata tanta, tanta ricerca. E non suona nemmeno come le cose che lui ha fatto ultimamente. Anche per lui dev’essere stato un momento in cui cercare di fare qualcosa che non fosse quello che era stato fino a quel momento. Noi non lo abbiamo cercato per gli altri artisti con cui aveva lavorato. Anzi, volevamo una roba diametralmente opposta.
    – Aimone Romizi, Rockit

  • Cosa ha dichiarato il gruppo in merito all'album?

    Aimone Romizi: Animali Notturni aggiunge un altro tassellino alla ricerca di purezza, spontaneità e comunicazione che abbiamo da sempre.

    Alessandro Guercini: Ci sono sempre gli accordi aperti, i grandi paesaggi dati da un accorto aperto. E un disco più… preciso? E c'era voglia di fare, c'era alchimia, eravamo tutti molto focalizzati.
    Aimone Romizi: Io me lo immagino come un concerto da stadio di Springsteen. Voglio fà sentì ‘sta chitarra che te fa coglione! ONE, TWO, THREE! Capito? C'è quella fotta, e musicalmente parlando finalmente sona.

    Aimone Romizi: Mentre in Alaska si vede solo un bagliore alla fine, qua è metà e metà. L'animale notturno è quello che fa la serata in riviera, che sta lì in discoteca a vivere la sua nottata senza pensare a niente di quello che ha accanto. Ma è anche quello che sta in casa, si fa le sue seghine, suona. Ed è un dualismo che succede in tutte le persone secondo me. In questo disco più di altri c'è un'anima duplice, c'è stato un grosso periodo buio…
    Alessandro Guercini: Uno sceglie la tracklist del disco anche in base a come stanno meglio i pezzi uno dopo l'altro, però sarebbe bello dargli una cronistoria musicale. “Cinema” o “Un altro ancora” le abbiamo scritte per prime…
    Aimone Romizi: Se io penso a “Cinema” me vie da piagne.
    Alessandro Guercini: Mentre “Novecento” è un pezzo più recente, e anche sensatamente è stato messo come ultimo.
    Aimone Romizi: Sono fasi di vita che tutti vivono. Ci sono grandi vuoti che poi in maniera assolutamente strana si risolvono, e tu ne parli.

    Fonte: Noisey

  • Qual è il significato del titolo dell'album?

    Animali Notturni è il titolo di un pezzo, e fra l’altro è anche il titolo di un bel film, ma il vero motivo è che eravamo alla ricerca di una frase capace di incarnare le due anime del disco.
    L’animale notturno è allo stesso tempo il ragazzo, o la ragazza, che fa serata in riviera, che si sfascia fino a fare schifo, che va avanti senza pensare a nulla, spinto solo dalla voglia di uscire, di far qualcosa; ma allo stesso tempo l’animale notturno è anche chi si nasconde in casa, scrive dei suoi problemi, riflette su se stesso, oppure ascolta un disco.
    Credo che questi due aspetti coesistano in tutti noi, e il disco è impostato proprio così: una parte è estremamente oscura, mentre l’altra prende coscienza delle proprie paure e le affronta, trovando un motivo per andare avanti, uscire e star bene.
    In più ci piace la parola “notturni”, perché essendo un disco sonoramente cupo per la maggior parte, lo identifica anche musicalmente, è un disco che di notte si ascolta bene.
    – Fast Animals and Slow Kids, Inside Music

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